Tornare a guardarci negli occhi è la rivoluzione (troppo spesso rimandata) di cui abbiamo bisogno. Un gesto semplice, senza pretese, che molti sembrano quasi aver dimenticato anzi chiuso al sicuro in un cassetto con doppia mandata. E spesso si preferisce tener quel cassetto al sicuro e chiuso per scelta o pigrizia. Perché tutto o quasi se può esser visualizzato attraverso i pixels di uno schermo HD sembra più rapido ed intrigante. Più emozionante, più semplice, più fluido. Quasi se far qualcosa in maniera tradizionale senza l'ausilio di uno schermo comportasse uno sforzo o causasse un disagio che preferiremmo evitare. Gli schermi infatti sono freddi e reattivi, anemozionali. Non ci parlano ma sono un oggetto che proietta una serie di colori. Non sono carne viva. La tecnologia ha incredibilmente rivoluzionato la nostra vita, è innegabile. Quello che vien tralasciato o meglio che abbiamo ormai accettato inconsciamente è che la rivoluzione digitale ha rimodellato le nostre interazioni sociali e la nostra psiche. Quante volte lo smartphone ha sostituito "comodamente" un incontro vis-à-vis? E questo probabilmente è successo senza che ce ne accorgessimo. Quasi fosse naturale. Sembra che la tecnologia inizialmente proposta quale "mezzo facilitatore" della comunicazione abbia acquisito di diritto lo scettro di canale di comunicazione principe portando alla perdita di una serie di peculiarità che hanno nei secoli caratterizzato la comunicazione. La parte non verbale (lo sguardo, il respiro, le espressioni) di fondamentale importanza nelle interazioni sociali con la comunicazione digitale è scomparsa.
Gli esperti di PNL (programmazione neurolinguistica) affermerebbero che il 70% del messaggio trasmesso è andato perso rendendo si la comunicazione più fluida ma al tempo stesso più impersonale e standardizzata. Quale soluzione allora? Come possiamo tornare a guardarci negli occhi? Il contatto visivo infatti è una potente via di comunicazione che non possiamo permetterci di perdere. Mediante gli sguardi si inviano messaggi consapevoli e inconsapevoli, emozioni e sensazioni. Fanno parte di quella comunicazione indiretta tipica della mutua percezione. Gli sguardi sono un mondo da decifrare. Cambiare le nostre abitudini ormai consolidate e acquisite non è semplice. Però allo stesso tempo tocca a noi partire dalle piccole cose. La prossima volta che un amico vuole parlarci proponiamoli un caffè o una passeggiata anziché una chat. E ricordiamoci "possiamo avere tutti i mezzi di comunicazione del mondo, ma niente, assolutamente niente, sostituisce lo sguardo dell'essere umano" (Paulo Coelho) Vi ringrazio per il tempo dedicato alla lettura di questo breve articolo. Ogni commento è benvenuto! Marco
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Felicità: una parola di appena 8 lettere ma che porta con sé una galassia di significati. Eppure una domanda lineare, di comprensione semplice spesso ci coglie impreparati: “Cosa è per te la felicità?”. Il suono queste parole rimbalza su di noi increspando le nostre ciglia ed incontrando i nostri sguardi persi. In un mondo fatto di algoritmi, complessità, treni che si guidano da soli, forse non siamo ancora stati capaci di dare una risposta coerente ad una delle domande più antiche. La Treccani propone una definizione classica: “la felicità è lo stato d’animo di chi è sereno, non turbato da dolori o preoccupazioni e gode di questo suo stato”. Wikipedia invece recita: "la felicità è lo stato d'animo positivo di chi ritiene soddisfatti tutti i propri desideri”. Entrambe le definizioni sono, ad un’attenta analisi, errate sotto determinati aspetti. - I preoccupati non possono provare felicità? - La felicità è allora l’incessante l’inseguimento di desideri? Felicità=adrenalina? Inquadrare, restringere la felicità all’interno di un confine, una serie statica di parole è un’impresa ardua forse destinata alla sconfitta. Tutti noi, siamo diversi. I nostri occhi, i nostri capelli si differenziano così come le emozioni che proviamo. Il mare per alcuni rappresenta un’ideale di tranquillità per altri invece rievoca il caos e l’inquietudine delle burrasche. La mente umana è troppo complessa e variegata nelle sue forme per fornire un decalogo “a tutto tondo” per essere felici. Noi stessi abbiamo scoperto che alcune delle cose che ci rendevano felici durante l’adolescenza tutto-sommato adesso si rivelano noiose e ripetitive. .La felicità, insieme all’amore, forse può essere inquadrata nella categoria delle “emozioni sartoriali”. Ossia delle emozioni tagliate su misura, sagomate intorno a noi. Forse dunque la felicità come l’amore è inspiegabile sotto logiche prettamente razionali. Probabilmente la definizione migliore è la seguente: felicità è ciò chi fa stare bene. Ti fa stare a tuo agio e ti fornisce lo slancio e le energie per affrontare il mondo con lo sguardo curioso di un bambino che guardandosi intorno scopre cose nuove. La felicità allora, quella duratura, non va ricercata negli oggetti, nelle tendenze ma va scoperta guardando dentro di noi interrogandoci su chi siamo veramente e su cosa vogliamo. Ricordiamo che come nelle relazioni sentimentali c’è l’infatuazione (talvolta scambiata per amore duraturo) lo stesso concetto vale per la felicità. Gli oggetti, le mode etc. forse forniscono adrenalina (“infatuazione”) piuttosto che generare uno stato d’animo durevole. Allora dedichiamo 10 minuti della nostra giornata a chiederci se siamo felici e comprendere perché lo siamo/non lo siamo realmente. Lavoriamo sul miglioramento di noi stessi, usciamo dalla nostra zona di comfort. Esploriamo ciò che di buono la vita ha da offrirci senza aver paura di sbagliare, senza temere il giudizio della società. Alcuni treni passano una volta sola…cerchiamo di non arrivare alla stazione in ritardo altrimenti ci aspetterà un lungo e scomodo viaggio in autobus. Concludo, lasciandovi una citazione del filosofo Bauman la quale vuole essere piuttosto che la lettura di una serie di caratteri, un invito alla riflessione: “non è vero che la felicità significhi una vita senza problemi. La vita felice viene dal superamento dei problemi, dal risolvere le difficoltà. Bisogna affrontare le sfide, fare del proprio meglio. Si raggiunge la felicità quando ci si rende conto di riuscire a controllare le sfide poste dal fato, ci si sente persi se aumentano le comodità”. Allora ritroviamo il coraggio di provare emozioni. Perché emozionarci è ciò che ci differenza dagli autonomi, dai cervelli robotici. La felicità forse è più vicina di quanto pensiamo: è dentro noi stessi. Viviamo in un mondo che cambia. Ci ritroviamo in un contesto completamente diverso rispetto a 20/30 anni fa e forse non ce ne siamo ancora resi conto…..o resi conto appieno. Alcuni di noi ricordano con nostalgia l'infanzia e l'adolescenza: la magia, l'incanto ma anche l'intrinseca semplicità degli anni 80 e 90. Anni che ahimè quella spietata entità che ci fa anche invecchiare, chiamata tempo, ha portato via con sé. Viviamo nell'era della comunicazione di massa, dei social media e dei robot parlanti. Idee nate per semplificare la vita di tutti i giorni ed alleviare le nostre fatiche ma che forse sotto alcuni aspetti portano ad aggiungere uno schermo di complessità. Una complessità che forse non è intrinseca alle innovazioni in per sé ma viene creata dal nostro interpretare, dai nostri schemi mentali per natura umana più lenti di un algoritmo ad adattarsi ai cambiamenti. Ed ecco allora che i social media, pensati per velocizzare la comunicazione, ritrovare vecchi amici e conoscerne nuovi in realtà su molti hanno l'effetto opposto: quello di complicare la comunicazione e rendere i rapporti interpersonali meno duraturi e sinceri. Ed ecco allora che diventano strumenti per accrescere il proprio ego e mostrare agli altri i propri successi nascondendo le proprie paure e debolezze portando ad un circolo vizioso il quale termina con il culto dell'IO. Un IO acerbo, non introspettivo ed immaturo, basato su fondamenta di carta-pesta ma rivestite di metallo luccicante. La società che cambia, le tecnologia che avanza ci hanno dunque colto impreparati. Incapaci di interpretare a fondo ed adattarci al meglio, ci ritroviamo a navigare su una barca senza capitano con una rotta indefinita mentre nel frattempo facciamo festa e danziamo al ritmo di note dionisiache. Una soluzione però c'è ed è semplice: PENSARE. Ritagliarci dei momenti per riflettere. Riflettere su di noi, sul mondo e su ciò che vogliamo veramente. Cosa voglio veramente? Cosa mi rende veramente felice? Qual è il mio vero IO? Come posso inserirmi in una società che cambia? Quali sono i mie principi? Sono disposto a lottare per ciò in cui credo? Fermiamo per un attimo la musica che ci assorda e prendiamo il mano il timone della barca. La barca è la nostra vita. Diamole una direzione. Vi lascio con questa frase del sociologo e filosofo Zygmunt Bauman: “L’introspezione è un’attività che sta scomparendo. Sempre più persone, quando si trovano a fronteggiare momenti di solitudine nella propria auto, per strada o alla cassa del supermercato, invece di raccogliere i pensieri controllano se ci sono messaggi sul cellulare per avere qualche brandello di evidenza che dimostri loro che qualcuno, da qualche parte, forse li vuole o ha bisogno di loro.” L'introspezione è forse il vero segreto per interpretare questo mondo che cambia. Impariamo ad ascoltare noi stessi. What is happiness? It is one of the most frequent questions we ask ourselves. Neverthless there is no accepted definition of it. Here's mine: "Happiness is a mental state, in which we experience relax, freedom and courage". Yes, courage because it also takes courage in being happy rather than feeling low! Different people have different reasons for being happy. Some are happy when meeting their loved ones, others when eating pizza at 2 in the morning. Whatever makes you joyful should be chased. No matter how much effort you put into it. Happiness is a state which makes us more productive, more open-minded, increases our mental abilities and even makes us more prone to make new friends. Therefore we should really try as hard as possible to be happy. And remember happiness isn't 100%, not even 20% correlated to having a bag full a cash. Money helps some people in reaching a state of mental relaxation, but it is proven that reached a certain amount, having more quids doesn't increase your joyfulness. The lesson is "Money helps, but doesn't buy happiness" Here a list of suggestion for you to live a better and happier life: 1) Organise your time better. Try not to starve for sleep 2) Expand your social circle 3) Be proud of yourself, no matter what situation you face 4) Learn to say no, when needed 5) Follow your instinct....sometime 6) Do not worry about the opinion others have of your self 7) Do something productive during your days If you want to know more about happiness click here http://www.pbs.org/thisemotionallife/topic/happiness/what-happiness Are you a happy person or are you often feeling low? Share your story with us Many people suffer from having low confidence in themselves which results in most cases, in them conducting a less happier life than it should be. Here in this article I will give you a few tips on how to boost your self-confidence and live happy. 1) Never compare yourself to the others. The others are not yourself and conduct a life which is uncorraleted to yours! 2) Try not to judge whatever the others do! You are not usually sitting in an examination board, so judging is not really your place. Do not judge and your gain peace of mind 3) Devise task-lists to organise your days better. Task-lists really make your days go smoother and provide you with the challenge of reaching daily objectives. This will make you feel more dynamic and engaged 4) Find some hobbies. You do need something to do during your rare lonely moments. Reading a newspaper is fine! 5) Set big dreams for your. If you don't reach for the sky, you won't fall on the stars. Isn't it true? 6) Find your own personal inspiration source, may it be a singer, a writer, god, a politician, a philiosopher. 7) See obstacles on your path as new challenges to overcome not as stepbacks! 8) You can't be liked by everybody. With that in mind, stay strong and go on! 9) Have a healthy life-style. Don't overindulge in eating cakes! Yes, life-style really has an impact on your self-confidence and general happiness 10) Don't waste time! Time is a scarse resource. Remember there are people doing something extraordinary during the moments you are wasting! 11)Lastly, be yourself no matter what situation you are facing Are you a very confident person or not? Share you story with us! If you want to know more on building self-confidence check out this interesting article http://www.mindtools.com/selfconf.html Today I felt like it was worthwhile sharing with you my approach to psychology which has profoundly changed over the past few week. Being economics and finance my fileds of expertise I strongly bilieve in the rational agent model or so I did until a few weeks ago. My approach changed when I started reading "Thinking fast and slow" by Daniel Kahneman. The whole book is about how our mind works and how we make our choices and feels like a face to face confrontation to the rational agent model.
What the author does is a distinction between two individuals Econs and Humans (which compose most of the population). Econs behave rationally, Humas instead are often influnced by factors which make their choices sometimes flawed and irrational. Kahneman affirmations gave birth to what is now known as BEHAVIOURAL ECONOMICS which as mixture of psychology and economics. For me it was really fascinating to confront my opinions with the ones of somebody who uses a different approach and I've come to the point or recognising that psychology obviously shapes our world. More than we are normally aware of. The lesson is when examining sometimes don't look just at the theory, also carry out a deep examinations of the real world implications of the matter. I though psychology was something too obvious to be treated seriously but I discovered I was wrong! Psychology comes equipped with a hidden fascinating side. If you want more information on the book click on the link: http://us.macmillan.com/thinkingfastandslow/danielkahneman Here an interesting graduate course in behavioural economics offered by the University of Essex http://www.essex.ac.uk/coursefinder/course_details.aspx?course=MSC+L11912 |
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